venerdì 28 dicembre 2012


"Se servi a qualcuno, collabora ma non servirlo, perché se lo servi, ti sei reso un suo servo".

A.Rumi

lunedì 24 dicembre 2012

Buone Feste?! Buone Feste un Cazzo!!

Buone Feste?!
Buone Feste un Cazzo!!
Senti come suona forte? Questo è quello che, in cuor suo, vorrebbe rispondere a voce alta chi si sente dire quella frase del cazzo qualunquista. Si si, proprio quella frase lì!
"Pensa che c'è chi sta peggio di te!"
E se fossi tu, quello che sta peggio?
Perché non è sempre una questione di beni materiali. Soldi, macchina, casa, lavoro...
E' anche una questione personale interiore. E chi, per consolarti usa quella frase colma di cinismo, non merita neanche un attimo di considerazione.
Ma siamo educati e, glissiamo piegando lo sguardo. Sospiriamo.
Vorremmo gridare ad alta voce il nostro disagio, ma appunto, vorremmo.
Tanto chi ci capisce?!
Ognuno è preso dal suo vivere, tanto da non concedere un attimo di affetto a chi si accontenterebbe anche di un solo ma lungo abbraccio.
"Cosa me ne faccio della Svizzera, se non c'è più Topo Gigio?"
Questo è quello che si cerca, un  punto di riferimento per il quale valga la pena tenere una rotta costante. Qualcuno su cui contare. Qualcuno che ti faccia capire bene che:" Per qualsiasi cosa io ci sono e ci sarò!!"
E allora, buone Feste a chi?
Buone Feste al tizio del supermercato che mette via i carrelli?
Buone Feste al barbone che chiede l'elemosina sotto i portici?
Buone Feste al cane che ha perso il padrone e dorme in un angolo di strada?
Facciamo solo del buonismo e non del bene.
Lo spirito della benevolenza deve essere quotidiano. Deve essere espresso con sentimento profondo.
Ora, se ne hai la forza, guardalo negli occhi, ed abbracciandolo, lasciati andare.

A.Rumi

mercoledì 12 dicembre 2012

I Bambini se...


"I bambini sanno sempre la verità! Non la dicono solo per non offenderti.".

"I bambini, scartano le caramelle ed ascoltano curiosi il rumore della carta. Noi, non siamo più curiosi e i rumori ci infastidiscono!"

"I bambini alzano gli occhi, quando ti guardano. Tu, impara ad abbassare lo sguardo!"

"I bambini giocano con qualsiasi cosa, perché hanno tanto entusiasmo. Noi, non giochiamo più!"

"I bambini dormono con le mani alzate, perché non hanno ombre da temere. Noi, siamo le ombre!"

"I bambini, guardano un piatto ed un bicchiere e, sognano un castello e i cavalieri. Noi, non sogniamo più!"

"I bambini guardano il sole ed immaginano mille avventure spaziali. Noi, mettiamo gli occhiali da sole, per avere un'avventura!"

"I bambini vogliono andare in cielo per prendere le stelle e portartele,noi non le guardiamo più" (cit. ‏@simonesassoli19 )

"I bambini, risolvono questioni complicate per gioco. Noi, giochiamo a complicarci la vita!"

"I bambini chiedono perché, quando il senso non gli è logico. Per noi, la logica, non ha più molto senso!"

"i bambini non vogliono aiuto, perché fanno come ha detto la maestra. Noi, pretendiamo aiuto, ma non vogliamo insegnanti".

"I bambini, ti sfiorano la guancia, ma ti guardano negli occhi. Noi..."

... e poi ricorda, il tempo non sfugge. Siamo noi che siamo distratti da altro!

A.Rumi



domenica 9 dicembre 2012

La nascita di Twitter (secondo le dicerie del mio quartiere)

Narrano le dicerie, ma sono solo dicerie, che il giorno in cui Biancaneve fu svegliata dal fatidico bacio del principe Azzurro, non proprio tutto finì a tarallucci e vino.
Ma facciamo un passo indietro, che è quello che ci interessa di più.
Narrano le vicende popolane, che il Principe Azzurro fosse il figlio di un ricco e potente Re che, nel contempo, veniva considerato persona stupida ed arrogante. Più stupida che arrogante.
Il Re, persona giudicata anche molto pigra, si circondava di streghe e stregoni, per sapere cosa gli preservava il futuro e, quali mosse avrebbe potuto compiere in anticipo giusto per non fare troppa fatica. Che era pigro lo avevo già detto, ricordate?
La sua stupidità lo portava ad ascoltare, senza indugi, tutti i consigli che questi sedicenti preveggenti gli sussurravano; fino al giorno in cui, alzatosi di luna storta, preferì cominciare a fare di testa propria.
Osò sfidare gli anatemi del suo più potente mago, il quale, preso da collera, gli scagliò addosso la maledizione più adeguata per uno stupido:
"Gli tolse l'uso della parola".
Ma, e qui non si capisce come e perché, la maledizione non funzionò, ed il Re, forte di questa sua immunità alle maledizioni, decise di far decapitare il mago. Gli anni passavano, il Re stupido continuava a parlare regolarmente e a dire le sue cazzate ma, nel frattempo, la sua regina diede alla luce uno splendido erede. Azzurro, che non era il nome, ma il colore della pelle del piccolo principe.
Il piccolo erede nacque tutto azzurro ( da qui il suo nome) e con l'uso della parola limitata. Limitata nel senso che era solo ventriloquo.
Fu una grande delusione e disonore per il Re padre, tanto che decise di tenerlo segregato nelle sue stanze. Lontano dagli occhi e dalle orecchie dei sudditi.
Ma le delusioni del Re non erano ancora finite, ne avrebbe presto ricevute ancora.
Al compimento del 18 anno di Azzurro, il Re lo convocò al suo cospetto.
"Dimmi figliolo, cosa intendi fare della tua vita?".
Il principe, con esultanza e senza curarsi del suo problema, cominciò ad enunciare tutti i suoi bei progetti, progetti maturati durante il suo lungo periodo di segregazione.
Il Re, attonito e sbalordito per come il figlio riuscisse a parlare senza aprire la bocca, lo guardava scrutandone ogni suo piccolo movimento e...e porca miseria, ogni volta che il figlio sillabava, qualcosa in mezzo alle sue gambe  si muoveva a ritmo con la voce.
"Dannazione!" Sbottò il Re. "Quale diavoleria si cela nel mezzo del tuo pube?!".
Azzurro, che quando si vergognava non diventava rosso ma blu scuro, disse insistentemente al Re che sarebbe stato meglio lasciar perdere. E più frettolosamente parlava, più quel qualcosa in mezzo alle sue gambe si dimenava.
"Esigo che gli vengano calate le braghe, ora!" Ordinò con tono perentorio il Re stupido.
Due servi, affiancarono il principe e, senza tanto esitare, gli calarono i pantaloni.
Ci furono attimi di silenzio interminabili. Seguiti da monosillabi farfugliati ad cazzum, e poi, ancora attimi di silenzio.
Prese parola il principe e...
"Vede Sire, io...ehm...non si offenda padre... parlo col cazzo!" Si sentirono cadere a terra alcuni menti, comprensivi  di mandibola..."Cioè, quello che voglio dire è che, le parole mi escono da lì! Vede?!" Ed un piccolo pene azzurro fece capolino.
Da lì in poi, per il principe azzurro, non ci fu più pace.
Tutto il reamene ne venne a conoscenza e, le dicerie, cominciarono a diventare pesanti. Anche la curiosità tra le donzelle era tanta; e tanti erano i pretesti che le stesse  si inventavano per incontrarlo.
Azzurro non ne resse il peso, tanto che decise di andarsene.
E fu proprio con la scomparsa dal castello di Azzurro che la gente dei villaggi cominciò a leggere strane scritte sui muri.
Frasi brevi ma, concise e dirette.
Frasi che enunciavano rivolte nei confronti del Re stupido  e, a volte, semplici frasi d'amore, scritte ad una "Amata" che ancora non esisteva.
A volte, scriveva anche semplici cazzate senza senso alcuno.
La gente che leggeva, sapendo chi aveva scritto quelle parole, si divertiva a  disegnare un piccolo "uccello azzurro" a fianco ad ogni frase.
Alcuni, quelli che apprezzavano e condividevano i pensieri del principe, apponevano un acronimo all'inizio della frase "R.T." che stava per Re Tweet, ossia, il Re che cinguetta.
Quando il principe si accorse che la sua gente lo stimava e che lo avevano addirittura nominato "Re che cinguetta", prese coraggio e mosse guerra a suo padre il Re Stupido.
Come le dicerie tramandano, il Principe Azzurro vinse, ottenne il regno, e partì alla ricerca della sua amata. Alla ricerca di una donna un po' simile a lui o che almeno potesse comprendere il suo modo di esprimersi del cazzo.
Da qui in poi,  conoscete già cosa accadde,  perché la  favola di Biancaneve è famosa. La baciò, si svegliò...
Ma, quando i due partirono a cavallo lasciando la scena di schiena,  cosa successe nel bosco?
Non ve lo dico quello che successe realmente poi, perché ancora devo inventarlo. Però mi sovviene una morale:"Donna, quando decidi di avere una relazione con un uomo, dipende solo da te a quale parte di lui devi dare più ascolto".

A.Rumi

martedì 4 dicembre 2012

Relazioni e storie

"Ci sono persone che soffriranno sempre, perché confondono "Le Relazioni" con "Le storie". Le prime si vivono, le altre si raccontano".

(A.Rumi)

Il mio Cane, non abbaia!



Il mio Cane è così, un po' strafottente e molto dissociato, però non abbaia.
Posso chiamarlo quanto mi pare ma, se decide che è no, non mi caga neanche di striscio.
Ma io lo comprendo. Non è facile vivere a 4 zampe; devi sempre tenere la schiena piegata.
A volte esce di casa senza preavviso e torna dopo qualche giorno. Non mi è dato sapere dove sia stato, ma mi accorgo che ha fatto bagordi da come il suo aspetto sia tutto trasandato.
Mi son sempre chiesto: “Ma come cazzo fa ad aprire la porta di casa?!”. Mistero.
A volte, quando siamo in balcone a fumare, riesco a scambiarci quattro chiacchiere, e lo vedo che ascolta, perché muove il capo e mugugna.
Poi, quando si stufa, bofonchia l'incomprensibile, volta la schiena, e rientra in casa andando ad occupare quello che per lui è un trono: Il Divano.
L'altra sera, mentre stavamo guardando un programma politico, è scattata la discussione su chi fosse “il meglio” come leader alle primarie per il PD.
Incontenibile. Mi ha rivolto una valanga di insulti senza neanche chiedermi, chi per me, fosse il preferito. E non mi è facile contraddirlo quando è arrabbiato, perché mostra i denti e, vi assicuro, fanno paura.
Invece, quando è in vena, diventa come un agnellino. Gradisce farsi accarezzare, e mi lascia la possibilità di stare un po' con lui.
Settimana scorsa, alle 2.00 del mattino, non l'ho sentito rientrare. Giustamente e, a modo suo, mi ha redarguito per non averlo aspettato alzato. Ho cercato di placare la sua rabbia, erano già le 2.10 e, i vicini, hanno cominciato a bussare sui muri per intimarci di smettere.
Lo so, ho sbagliato io, perché avrei dovuto prevedere che sarebbe anche potuto rientrare e non stare fuori dei giorni come di solito fa. Ma che volete, ogni tanto mi sento talmente stanco che, quando mi addormento, non sento neanche le cannonate.
Il mese scorso è rientrato a casa ubriaco. Era in una condizione pietosa. Ha cominciato a vomitare ovunque ed ho temuto il peggio, per lui. Gli sono stato vicino, prestandogli le cure necessarie che servono a quelli come lui. Glielo avrò detto un migliaio di volte di non bere, ma lui decide solo ed esclusivamente con la sua testa. E a me piace questa sua perseveranza e, son sicuro che, un giorno, dopo tutto questo allenamento, riuscirà a reggere tutto l'alcol del mondo.

A.Rumi

Ti dirò io come andrà...


ti dirò io come andrà ..
accadrà che non vedremo più gli stessi colori
ognuno vedrà i suoi e perderemo il nostro tempo
nel tentativo di capire cosa stiamo perdendo
papà, mentirei se dicessi che mi manchi ora che i miei occhi di piangere son stanchi
facevamo finta di essere felici ma il mio unico pensiero era coprire cicatrici.
Per non doverti incontrare ti sognavo crepare con un tumore o un incidente stradale
ho iniziato senza avere niente
con la stessa forza che mi spinge da sempre
mentre tutti i miei compagni andavano fuori a perder tempo io ascoltavo tupac che x me era un esempio
non ho mai dato retta a chi mi screditava
perché se il cuore parla, come acqua nelle rocce leviga
per lei hai tradito me e la mamma
eravamo una famiglia ma non era abbastanza
lei era il tuo mondo e per quanto mi costringa non riesco a perdonare un laccio e una siringa
ora che il mo cuore lacrima.
Da piccola mi chiedevano
ma tu non hai un papà
e cosi inventavo storie x avere dignità
mi hai causato molti danni il dolore più forte l'ho sentito negli anni ,
in cameretta c'è Billi lui la sa la verità
ma non potrà mai dirlo un pupazzo nono lo fa
gli occhi di mia madre la colpiscano come se i sospetti la tradiscono in questo mondo camminando mi son persa
non mi sono mai sentita speciale io ero diversa
nel tempo se la vittima subisce e non impara
ti parlo ancora come fossi qui
alzo la voce x raggiungerti
anche se una galassia ci separa
ti dirò io comeee andraaaaaa ...



Se conoscete l'autore di questo testo, fatemelo sapere.

A Rumi