sabato 13 dicembre 2014

In un mondo parallelo.

Non era un giorno normale di una settimana normale. E neanche un momento normale di una qualunque situazione normale. Era un giorno particolare di una situazione particolare in un momento ben preciso: il giorno del mio intervento al ginocchio.
E ti catapulti in un mondo dove,  quello che sei nella vita fuori,  poco conta.
Tutti in pigiama o in tuta, con le stampelle   o in sedia a rotelle: tutti uguali. Perché spogliàti da tutto quello che normalmente può renderci diversi;  ché qui non hai mica  "l'abito che ti fà Monaco".
Che a vederci in faccia, ognuno con le nostre storie dentro difficili da raccontare,  è palese che cerchiamo guardinghi di capire chi sono gli altri.
E ti accorgi subito che sei finito temporaneamente in una vita parallela.
Con queste persone che, forse, se incontrate fuori da qui, non ci avresti neanche scambiato due parole.
Ed invece, con un pigiama e due stampelle, è subito gruppo e condivisione.
Quanto è stato appassionante ed avvincente ascoltare i racconti di Carlo, un uomo sempre in sella, in viaggio costantemente con la sua moto, fedele amica e compagna di molte avventure, in giro per il mondo. Accento toscano, tono sempre pacato ed una espressione degli occhi sempre luminosa e travolgente.
I dettagli e la dovizia di particolari che riempiono le sue avventure, sono riusciti a farmi visitare luoghi che, forse, non riuscirò mai a visitare nella mia vita.
Yaya, con quella risata sempre sulle labbra,  fatta con pancia e cuore, tanto da farla piegare per il troppo ridere. Travolgente.
Svizzera di nascita con accento toscano misto francese.
Fedele al suo turbante che manco Margie dei Simpson. Con lei si va al fùma fùma, davanti all' ingresso principale, che mica puoi fumare nei reparti.
Sabrina l'ho conosciuta poco, ma si vede subito quanto sia una persona calma e riflessiva. Anche lei toscana ed incline alla risata, con gusto.
L'architetto ha 85 anni. Francese di nascita, sardo di adozione ma figlio del mondo. Carattere difficile.
Uomo ancora pieno di vita ed energia, con tanto da raccontare a chi ha veramente voglia e pazienza di starlo ad ascoltare. Non si sottrae alle domande, neanche a quelle più personali ed intime. Con lui ho condiviso parecchie notti insonni tra i  dolori post operazione e chiacchierate fatte a bassa voce per non prendere cazziatoni dall'infermiera di turno. Non vi dirò il suo nome,  ma sappiate che, nel suo genere,  è uno dei più famosi architetti in Europa,  forse anche nel mondo, ed io sono veramente onorato di averlo conosciuto.
Intanto i giorni passano. Si cerca di ridere il più possibile per non pensare ai vari dolori fisici che ci attanagliano; non è facile,  e qualche volta il fisico cede alla pressione del dolore.
Domani si esce…
E si ritornerà alla vita normale, se normale si può definire.
E sei di nuovo a casa e ti ritrovi con te stesso,  a pensare quante vite parallele si possano vivere nella propria vita e, che fine farà quel piccolo momento vissuto con quelle persone,  che come te, torneranno a perdersi nelle loro precedenti vite.
Cari compagni di viaggio, anche se in futuro non dovessimo più incontrarci, sappiate che mi resterà comunque uno splendido ricordo di tutti voi e non finirò mai di ringraziarvi per avermi dato supporto e ascolto in un momento così difficile e delicato della mia vita.

Un abbraccio fraterno.

A. Rumi

1 commento:

  1. Bello lo spaccato di vita ospedaliera, con pensieri profondi........forse troppo.

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